27 gennaio 2011.
Oggi doveva essere una giornata importante per il Copasir con l’audizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e invece, come già accaduto qualche settimana fa, la maggioranza ne ha bloccato il lavoro decidendo di non presentarsi. Le critiche di esponenti come Quagliariello e Cicchitto a Massimo D'Alema sono, come al solito, dettate dall'interesse di parte: il Presidente del Copasir non sta facendo altro che cercare di garantire il funzionamento democratico di un organismo che ha compiti importanti e delicati.
La decisione della maggioranza di non partecipare alle due audizioni in programma oggi è grave, strumentale e drammatizza un conflitto istituzionale che rischia di pesare - fino a paralizzarlo - sul Copasir, che avrebbe invece bisogno di poter svolgere pienamente il proprio lavoro. Accenno soltanto alla situazione nel Maghreb e all’instabilità del Libano dove, peraltro, opera un contingente italiano, per non parlare poi delle vicende di casa nostra.
Quel che mi stupisce, se ancora è lecito usare questo termine per comportamenti che riguardano la maggioranza, è la totale assenza di senso delle istituzioni, il non mettere al primo posto gli interessi generali rispetto a quelli di parte. La riunione di oggi si poteva e si doveva fare.
Non c'era nessuna votazione da compiere; peraltro il Presidente D'Alema ha sempre garantito il principio di pariteticità tra maggioranza e opposizione. Si trattava solo di svolgere l'importante audizione del sottosegretario Letta. Ora occorre che i Presidenti del Senato e della Camera risolvano velocemente la crisi del Copasir, rimettendolo nelle condizioni di assolvere al ruolo che il Parlamento gli ha assegnato.