Ho presentato
un'interrogazione al Ministro della Giustizia sulla chiusura della casa circondariale di Arezzo, che sta causando gravi disagi alle famiglie dei detenuti trasferiti nel carcere di
Sollicciano a Firenze, costrette a percorrere 160 chilometri tra andata
e ritorno per visitare un loro parente recluso, nonché agli agenti di
polizia penitenziaria di Arezzo, che oltre a subire le ormai croniche carenze
d’organico, a causa della chiusura del carcere sono costretti a compiere
lunghi viaggi quotidiani per prestare servizio in altri istituti di
pena della regione.
Come avevo fatto presente al Ministro in una precedente interrogazione, il Capo Dipartimento ha sospeso fino al termine di messa in sicurezza della struttura tutte le attività sia penitenziarie che amministrative, nonostante si potessero effettuare i lavori evitando la chiusura tramite l’utilizzo delle celle destinate alla sezione femminile, in condizione di soddisfare tutte le norme in materia di sicurezza e abitabilità dei locali.
La scelta del Capo Dipartimento, oltre ai disagi di cui parlavo, comporta notevoli costi in termini di disservizi nonché un danno economico per tutto il territorio aretino, considerando che tutti gli approvvigionamenti per il carcere venivano da magazzini e negozi locali.
Ho chiesto al ministro Nitto Palma cosa intenda fare per sollecitare la riapertura almeno parziale del carcereper poter garantirecondizioni di vita dignitose ai detenuti, agevolare le loro famiglie e facilitare il lavoro degli agenti della Polizia Penitenziaria.